Sono incappata in questo film aspettandomi una delle solite commedie leggere che parlano della maternità ed invece ho scoperto un piccolo capolavoro-ritratto della genitorialità.
Quando un figlio voluto ti svuota e mette in discussione tutte le certezze e i capisaldi della tua vita.
Una protagonista impersonata da Louise Bourgoin (m'informerò su altre sue performance tra cui famosa l'apparizione come protagonista in Adèle e l'enigma del faraone) in cui praticamente tutte possiamo riconoscersi.
Si ride, ci si immedesima e anche un po' si riflette... in quel giusto mix di dolce e salato che amo trovare nei libri (la trama deriva da un romanzo di Eliette Abécassis) e nei film.
Una maternità che dimostra anche il rovescio della medaglia oltre le notti insonni ed il fisico che non sarà più quello di prima.
Vi lascio con il trailer e con un paio di passi che mi hanno colpito.
Quando un figlio voluto ti svuota e mette in discussione tutte le certezze e i capisaldi della tua vita.
Una protagonista impersonata da Louise Bourgoin (m'informerò su altre sue performance tra cui famosa l'apparizione come protagonista in Adèle e l'enigma del faraone) in cui praticamente tutte possiamo riconoscersi.
Si ride, ci si immedesima e anche un po' si riflette... in quel giusto mix di dolce e salato che amo trovare nei libri (la trama deriva da un romanzo di Eliette Abécassis) e nei film.
Una maternità che dimostra anche il rovescio della medaglia oltre le notti insonni ed il fisico che non sarà più quello di prima.
Vi lascio con il trailer e con un paio di passi che mi hanno colpito.
Oramai la mia vita non mi apparteneva più; ero solo un'abisso, un vuoto, un nulla... oramai ero madre!
Per lei avevo messo tutto in discussione, lei aveva sconvolto la mia vita.
Mi aveva messo alla prova duramente, mi aveva fatto superare tutti i miei limiti.
Mi aveva fatto confrontare con l'assoluto, dell'amore, del sacrificio, della tenerezza, dell'abbandono.
Mi aveva smembrata, mi aveva trasformata
Perché allatto? Perché sono un mammifero!
Il mio seno era diventato un luogo di passaggio: cucito, scucito e ricucito, ma mai veramente cicatrizzato.