Ieri sera la Mammasuperabile è fuggita con l'amica di sempre (e futura santola del Bagigio) in uno di quei mastodontici multisala a vedere l'acclamato "Discorso del Re".
Colin Firth fa sempre la sua porca figura come uomo (anche se ormai non è più prestante come ai tempi di "Orgoglio e Pregiudizio") e come attore, infatti l'oscar per miglior attore protagonista se l'è beccato lui! (saprete tutti che le statuette aggiudicate al film sono in totale quattro, miglior film, miglio regia e miglior sceneggiatura originale).
Suo anche il Golden Globe, il Bafta, lo Screen Actor Guild Award, il New York Film Critics Circle Award, il Los Angeles Film Critics Association, il London Film Critics Circle Award, il Chicago Film Critics Circle Award, il Brodcast Film Critic Association Award, l'Austin Film Critics Association solo per questo film... insommma 'na vagonata de robba!
Si accettano donazioni per comprare un mobiletto porta-premi al bel Darcy, offerta che gli recapiteremo comodamente qui in patria (è sposato con una produttrice italiana, parla correntemente la nostra lingua e si trova spesso a passare da qui).
Geoffrey Rush (che meritava il premio per miglior attore non portagonista... ma lui un'Academy Award per attore protagonista c'è l'ha già per Shine e di nomination ne aveva già collezionate altre due) dà un'interpretazione stupenda di Lionel Logue, logopedista dai metodi non convenzionali per l'epoca.
Menzione d'onore per Helena Bonham Carter che, per una volta smessi i panni cadaverici che la contraddistinguono solitamente (vedi i film di suo marito Tim Butron o la saga di Harry Potter), si cala nella parte della spassosissima Elisabetta, futura regina madre.
Il film si ambienta tra il 1925 e l'inizio della seconda guerra mondiale sancita dal famoso discorso di Enrico VI.
Viene analizzato il percorso di guarigione dalla balbuzie del principe Alberto, duca di York, patologia scaturita dagli abusi subiti in giovane età (anche i principi soffrono quindi) da tate, dalle derisioni del fratello David, principe di Galles e il futuro abdicante Re Edoardo VIII, e dalla durezza del padre che ne vuole fare un uomo solido e autoritario.
Inosmma bravissimi gli attori, interessante il soggetto ma io non è che c'ho visto questo gran filmone!
Interessante, piuttosto, la visione di Logue, impensabile per i tempi, che la balbuzie non avesse solo cause fisiologiche ma che originasse dal malessere psicologico subito in gioventù.
Spesso infatti il balbettio, che difficilmente si presenta all'atto delle prime parole, è sintomo di un disagio e dev'essere interpretato come campanello d'allarme da noi genitori.
Colin Firth fa sempre la sua porca figura come uomo (anche se ormai non è più prestante come ai tempi di "Orgoglio e Pregiudizio") e come attore, infatti l'oscar per miglior attore protagonista se l'è beccato lui! (saprete tutti che le statuette aggiudicate al film sono in totale quattro, miglior film, miglio regia e miglior sceneggiatura originale).
Suo anche il Golden Globe, il Bafta, lo Screen Actor Guild Award, il New York Film Critics Circle Award, il Los Angeles Film Critics Association, il London Film Critics Circle Award, il Chicago Film Critics Circle Award, il Brodcast Film Critic Association Award, l'Austin Film Critics Association solo per questo film... insommma 'na vagonata de robba!
Si accettano donazioni per comprare un mobiletto porta-premi al bel Darcy, offerta che gli recapiteremo comodamente qui in patria (è sposato con una produttrice italiana, parla correntemente la nostra lingua e si trova spesso a passare da qui).
Geoffrey Rush (che meritava il premio per miglior attore non portagonista... ma lui un'Academy Award per attore protagonista c'è l'ha già per Shine e di nomination ne aveva già collezionate altre due) dà un'interpretazione stupenda di Lionel Logue, logopedista dai metodi non convenzionali per l'epoca.
Menzione d'onore per Helena Bonham Carter che, per una volta smessi i panni cadaverici che la contraddistinguono solitamente (vedi i film di suo marito Tim Butron o la saga di Harry Potter), si cala nella parte della spassosissima Elisabetta, futura regina madre.
Il film si ambienta tra il 1925 e l'inizio della seconda guerra mondiale sancita dal famoso discorso di Enrico VI.
Viene analizzato il percorso di guarigione dalla balbuzie del principe Alberto, duca di York, patologia scaturita dagli abusi subiti in giovane età (anche i principi soffrono quindi) da tate, dalle derisioni del fratello David, principe di Galles e il futuro abdicante Re Edoardo VIII, e dalla durezza del padre che ne vuole fare un uomo solido e autoritario.
Inosmma bravissimi gli attori, interessante il soggetto ma io non è che c'ho visto questo gran filmone!
Interessante, piuttosto, la visione di Logue, impensabile per i tempi, che la balbuzie non avesse solo cause fisiologiche ma che originasse dal malessere psicologico subito in gioventù.
Spesso infatti il balbettio, che difficilmente si presenta all'atto delle prime parole, è sintomo di un disagio e dev'essere interpretato come campanello d'allarme da noi genitori.
Adoro i film di questo genere...
RispondiEliminaAdoro Colin Firth.
Ergo, non potevo non amare questo film sensazionale
cioè... ma guardalo anche nella locandina di 'sto film... è un figo da paura anche a 50 anni
RispondiEliminacerto quando usciva dall'acqua in orgoglio e pregiudizio era da sublussazione mandibolare da tanto che era gnocco!
Hai ragione da vendere questìuomo è di un sexy pazzesco....
RispondiEliminaio poi soffro molto il fascino dell'uomo non proprio socievolissimo e colto... penso lui incarni appieno questo mio sogno!
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