who am I?

La mia foto
Superabile in molti campi e per molti versi. Super Abile perchè quando mi ci metto pure io combino qualcosa di sfizioso

mercoledì 30 marzo 2011

Breakfast at Superable's

Se non ha qualcosa di ciocconesquikkoso il Marito(zzo) non fa colazione...
Quindi, mentre io mangio mestamente i miei cornflackes, lui si scofana quintalate di merendine!
Ecco, io non vorrei proprio che il Bagigio prendesse quest'abitudine e, per dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, ho deciso di preparare in casa qualcosa di sfizioso solo per lui!
   CORNETTI DELLA MATTINA
 Ingredienti:
3/4 di tazza d'acqua
1 uovo
1 cucchiaio di latte
3 tazze di farina 00
4 cucchiai di zucchero
5 cucchiai di burro
1 bustina di lievito secco per dolci
1 cucchiaino di sale
crema pasticcera, frutta, marmellata, crema di nocciole o cioccolato fondente
 Preparazione:
Infilare nella macchina del pane prima gli ingredienti liquidi a temperatura ambiente (a meno che nelle istruzioni del vostro apparecchio non sia esplicitato diversamente) ovvero 3/4 di tazza d'acqua, 1 uovo e 1 cucchiaio di latte.
Coprite completamente con 3 tazze di farina 00 i liquidi e sistemate in un angolo del cestello 4 cucchiai di zucchero, 5 cucchiai di burro ammorbidito in un'altro angolo e 1 cucchiaino di sale in un terzo angolo.
Al centro disponete 1 bustina di lievito secco per dolci ed azionate la macchina sul programma "solo impasto".
Se siete sprovvisti delle macchina per il pane va bene anche un comune robot da cucina capiente o un po' del sano ecologico olio di gomito.
Far lievitare l'impasto fino circa al raddoppio del suo volume.
Stendere la pasta con spessore di circa 3 mm e tagliare dei triangoli isosceli (un lato corto e due lati lunghi).
Disporre la farcia da voi scelta, noi abbiamo messo un mezzo quadrato di cioccolato fondente, sul lato piccolo ed arrotolare su se stessa la pasta sino ad ottenere la forma di un croissant.
Accender il forno a 160° e lasciar ancora lievitare i cornetti (il mio ci impiega circa un quarto d'ora, ma ognuno conosce il suo).
Infornare per 30 minuti.



lunedì 28 marzo 2011

"Il profumo del sangue" di Nalini Singh

Mi piacciono i giveaway... principalmente per due motivi: ti permettono di vincere qualcosa, qualcosa che si presuppone ti interessi, e ti consentono di conoscere nuovi blog-siti-persone; non necessariamente ci leghiamo a loro per un tempo successivo alla scadenza del contest ma, se e quando questo accade, il dono lo riceviamo anche se non siamo stati estratti dal famigerato generatore casuale!
In questo caso direi decisamente che ho fatto doppio centro.
Oggi vi recensisco il libro vinto recentemente nel giveaway di "Le mele del silenzio", "Il profumo del sangue" di Nalini Singh.
L'autrice risulta famosa, non a casa mia però, e posso dire che scrive veramente bene (anche se per gli autori stranieri mi rimane sempre un dubbietto sull'influenza dei traduttori).
La scrittura è scorrevole, descrittiva ma non appesantita da continue interruzioni nella trama.
Il tema è, di questi tempi, già sentito... vampiri, cacciatrici, sangue, poteri al limite del paranormale,... ma bisogna dare atto che è svolto con originalità.
Figura centrale del romanzo sono gli angeli e gli arcangeli che, come anche in alcune leggende, non sono quelle creature miti e soavi che portano notizie di gravidanze non previste, al contrario, qui dimostrano una feroce spietatezza ed un abissale distacco dalla pochezza degli umani salvo poi utilizzarli come giochini, più che partner, sessuali.
In questo contesto si trova la cacciatrice di turno, Elena, dal passato tormentato (l'autrice non ci svela tutto perché "Il profumo del sangue" è solo il primo di una serie di romanzi ambientati in siffatto mondo di fantasia) e dal presente scandito dalla caccia ai vampiri fuggitivi (per essere creato vampiro devi promettere 100 anni di servitù al tuo creatore, come qui per firmare un contratto a tempo indeterminato, insomma) come impiegata della 'Corporazione', ente che le paga ferie, malattie e contributi pensionistici!
Ora, chevelodicoafà, gli eventi la porteranno a incontrare un amore pericoloso e travolgente con un essere a lei sideralmente distante per potere, età e doti fisiche.
Il classico romanzo per adolescenti (scritto veramente con maestria, non c'è che dire) che richiama alla mente scene già viste recentemente se si scambia un paio d'ali con un paio di zanne e un arcangelo sanguinario con degli artigli.
Non aspettatevi però casti baci e parole sussurrate all'orecchio (Edward Cullen è un gentiluomo d'altri tempi), qui è tutto un tisbattosullascrivania&tipossiedoselvaggiamentesedutastante e sentileffettochelatuasfrontatezzafasulmiomembro... direi di relegare questo libro ad un pubblico che abbia almeno fatto qualche lezione di educazione sessuale a scuola pena trovarsi la cuginetta cui si ha regalato il volume che loliteggia col vicino di casa brufoloso o peggio ancora con l'andropauseggiante di lui padre!
Detto ciò, la lettura è stata nel complesso piacevole e fluida... è talmente ben scritto che mi attardavo a leggerlo fino a notte inoltrata!


sabato 26 marzo 2011

Quando?

La socialità è una parte importante nella vita di ognuno di noi, ma ci sono giorni in cui vorresti chiudere fuori tutto e tutti e rimanere sola con i tuoi due uomini sul divano a  farsi il solletico...
quando, quando arriveranno quei giorni?
Ne ho bisogno ORA!



giovedì 24 marzo 2011

Con la carta di credito...

Bustina di paracetamolo... 0,50 euro con la carta di credito
Secchio bianco... 5 euro con la carta di credito
Mentina... 0,20 euro con la carta di credito

Un fondotinta che copre i capillari rotti dal vomito incoercibile da emicrania... non ha prezzo!


Welcome back ormoni da donna fertile!

mercoledì 23 marzo 2011

SCO, a chi lo do?




In questi giorni è arrivato il CUD per la compilazione della dichiarazione dei redditi e come ogni anno si va alla ricerca della onlus cui donare il 5x1000.
Quest'anno, anche alla luce della mia esperienza personale, ho deciso di donarlo all'ADISCO (associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale).
La mia scelta nasce dal post di Apprendista mamma di qualche giorno fa, facendo un giro sul sito dell'ADISCO ho trovato il numero di codice fiscale da inserire nella dichiarazione dei redditi che è

96309810586


Ma parliamone...
In rete si trovano molti post sull'argomento che danno notizie vaghe e senza un doveroso riferimento alla fonte delle affermazioni fatte.
Questa mia vuole dare un quadro preciso sullo stato dell'arte della donazione di sangue cordonale... praticamente vi mostro quello che ho letto e trovato al riguardo quando abbiamo dovuto fare la nostra scelta.

Il sangue cordonale è una preziosa fonte alternativa di cellule staminali ematopoietiche. Tra i suoi vantaggi vi è: poche diatribe etiche sul suo utilizzo, la facilità di prelievo, l'assenza di rischi per il donatore, il basso rischio di trasmettere infezioni, la disponibilità immediata, una maggior tolleranza agli antigeni leucocitari e una minor incidenza di malattie conseguenti alla donazione nel ricevente. ("Umbilical cord blood stem cells: what to expect" di Zhong XY et al, pubblicato su Annals of the New York Academy of Science nel settembre 2010)
Per donare il sangue del cordone ombelicale basta essere in buona salute.
Vi verrà sottoposto un questionario anamnestico dove vi chiederanno notizie su malattie dei genitori e dei parenti più prossimi per vedere se ci sono patologie che sconsiglino il prelievo.
Inoltre al momento della donazione non si devono verificare cinque condizioni: età gestazionale inferiore a 34 settimane, rottura delle membrane superiore a 12 ore (il cosiddetto parto asciutto), febbre della madre superiore a 38°, malformazione congenita del feto o sofferenza fetale.
Insomma la maggior parte delle partorienti può donare il sangue cordonale!
Se, al momento del colloquio con il personale preposto, vi dimostrerete favorevoli alla donazione, vi prescriveranno un ulteriore analisi del sangue per scongiurare rischi al malato che riceverà le cellule ematopoietiche del vostro cordone; questo prelievo sarà da ripetersi a 6-12 mesi dal parto, su invito dell'associazione.
In pratica la donazione consiste, una volta tagliato il cordone e allontanato il bimbo, ad attendere che tutto il sangue rimasto nel moncone ancora attaccato alla placenta sia raccolto in una sacca... questione di pochi minuti!
La donazione è possibile sia in caso di parto vaginale che di parto cesareo programmato o d'urgenza (come nel nostro caso).
Sicuramente qualcuno obbietterà che se la natura ci ha "donato" questo sangue è perché il bambino ne ha bisogno.
La mia personale risposta si articola in due punti:
Per prima cosa, evidenzio come sia difficilmente che in sala parto si attenda, anche su espressa richiesta della madre, che il cordone "smetta di battere" e che quindi il sangue cordonale si riversi nel sistema sanguigno del piccolo... solitamente la placenta, il cordone e il sangue ivi contenuto finiscono nel bidone dei rifiuti speciali!
In secondo luogo, anche il sangue ed il midollo osseo ci sono stati "dati" dalla natura ma con un piccolo sacrificio ci possiamo privare di ciò dando la possibilità ad altri di sopravvivere... mettiamoci fantasiosamente, sperando di non ritrovarvici mai davvero, nei panni dei genitori di bimbi malati che gioverebbero della donazione... inoltre, essendo malattie ahimè comuni, molti di noi conoscono persone che hanno dovuto ricorrere alle cure ematologiche, facendo anche difficoltà a trovare donatori completamente compatibili...
Oltre, alla sicuramente valida motivazione etica, guardiamo qualche numero e qualche norma di legge...
- In Italia è già previsto, per le famiglie con conclamati problemi di salute che trarrebbero giovamento anche in un futuro lontano dell'uso di questo sangue, una conservazione per uso personale.
- In vent'anni, nostro figlio ha 1 probabilità su 30.000 di sviluppare una patologia che risulti curabile dall'utilizzo di cellule staminali ematopoietiche.
- Essendo i criteri di compatibilità donatore-ricevente molto complessi, la probabilità di ritrovare, se in futuro ce ne sarà la necessità, il nostro sangue cordonale è del 97%.
- Allo stato odierno di conoscenze scientifiche non si può affermare che le cellule staminali siano utilizzabili a scopo rigenerativo, l'unico utilizzo valido è il trapianto in patologie di natura ematologica. ("Stem cells derived from cord blood in transplantation and regenerative medicine" di Reimann et al, pubblicato su Deutsches Artzeblatt International nel dicembre 2009)
- Alcuni tipi di malattie ematologiche sconsigliano l'utilizzo dell'auto-donazione ovvero, in caso di necessità di trapianto, utilizzare cellule provenienti da un'altra persona dà meno possibilità di recidive (se volete saperne di più cercate l'effetto graft versus host desease).
- Nell'ambito familiare, solo 1 fratello su 4 è compatibile, quindi, vista la non numerosità delle famiglie moderne, le possibilità di utilizzo sono scarse. ("Umbilical cord blood banking: pubblic good or private benefit?" di Samuel at al, pubblicato su The Medical journal of Australia nel maggio 2008) Ad ogni modo un fratello compatibile può sempre donare il midollo osseo o le cellule staminali del sangue periferico.
- Il sangue cordonale suscita una risposta immunologica minore in caso d'incompatibilità, quindi, recentemente, si è utilizzato sangue proveniente da più donatori per salvare una vita. Questo permette anche di salvare persone adulte che necessitavano di quantità maggiori rispetto la singola sacca. ("Challanges in umbilical cord blood stem cell banking for stem cell reviews and reports" di Ballen, pubblicato su Stem Cell Reviews nel marzo 2010)
- Al momento non ci sono notizie sullo stato di conservazione del sangue cordonale a più di 15-20 anni dal prelievo.
- Nel mondo, ci sono state circa 400.000 donazioni inserite in banche pubbliche, queste hanno generato 14.000 trapianti quindi 14.000 potenziali vite salvate. Nel mondo, ci sono state circa 900.000 prelievi inseriti in banche per uso privato, questi hanno generato meno di 100 trapianti quindi meno di 100 potenziali vite salvate. ("Challanges in umbilical cord blood stem cell banking for stem cell reviews and reports" di Ballen, pubblicato su Stem Cell Reviews nel marzo 2010)
- Difficilmente, a fronte di un dispendio economico molto importante da parte della famiglia, le banche private applicano gli standard internazionali di qualità richiesti (NETCORD, FACT, JACIE)... in Italia non è permesso il trapianto con materiale proveniente da queste strutture.


Sul sito si rimandava anche ad un'associazione di bambini malati, l'AGMEN (associazione genitori malati emopatici neoplastici Friuli-Venezia Giulia) che ha realizzato un bel video sulla donazione di sangue e midollo con la partecipazione di Bruno Pizzul che riporto di seguito.




Fonti:

lunedì 21 marzo 2011

5.12.2009-19.07.2010

Come dicevamo, era il 4 dicembre 2009 e la pancia della futuraMammaSuperabile era già abitata.
Dovendo essere immediatamente sospesa dalla sua mansione perchè pericoloso per l'"Alieno" (così era stato battezzato il piccolo girino), mi scavezzacollavo sul posto di lavoro e, incontrato il capo, gli comunicai la lieta novella.
Subitaneamente sospesa dal lavoro mi comunicano che, finchè non avessi documentazione medica certa comprovante la gravidanza (ecografia perché il dosaggio del beta-HCG non è sufficiente), avrei dovuto prendere ferie.
Anche se ciò è un pochetto ingiusto, contenta di correre per mezzo nordest per comunicare la notizia ho acettato di buon grado un periodo di riposo.
Ho quindi iniziato il peregrinaggio da parenti ed amici... lo so che 4+3 era forse un pochino presto per dirlo a tutti ma la notizia si è sparsa così velocemente che non son riuscita a dirlo a tutti io di persona e ci tenevo moltissimo.
Le reazioni sono state diverse, anche non proprio entusiaste.


Ho subito deciso di farmi seguire dal SSN ovvero di non prendere un ginecologo privato ma fare tutto con la mutua... la gravidanza per me è un proceso fisiologico e non volevo medicalizzarla troppo!
Ovviamente nell'efficiente nord-est è stato possibile fare tutto nel pubblico praticamente a costo 0, è stato un pò complicato fissare solo la prima visita e la traslucenza nucale che ho dovuto fare in due ospedali diversi a circa una un oretta di macchina rispettivamente.
Tutto procedeva nella norma...
Il primo trimestre non ho messo su molto peso, circa 2 kg, anche perchè partivo già in sovrappeso.
Di nausee neanche l'ombra, solo alle volte un pò di salivazione aumentata o acidità.
In tutta la gravidanza ho vomitato solo una volta a 6 mesi di gestazione... ricordo che ero ad un corso di aggiornamento e ho fatto solo in tempo ad uscire dall'aula conferenze... ho vomitato nel cestino della macchinetta del caffè perché fino al bagno non ce la facevo proprio a trattenermi!
Il secondo trimestre ho iniziato a prendere peso in modo random ovvero niente per 4 settimane e poi punf 3 kg in una settimana... gli esami delle urine mostravano un'aumentata proteinuria ma ancora nella norma per una gravida.
Io, che non  ho mai sofferto di ritenzione idrica, mi sentivo gonfia come 'na palla ma più di camminare, eliminare il sale e bere molto non è che esistono rimedi scientificamente provati!
Ovviamente ho dovuto fare la mini-curva da carico glicemico e con un bel 142 mi son beccata pure la maxi-curva da 3 ore.
Il responso è stato di diabete gestazionale ma solo con un parametro fuori scala e solamente dei canonici 2 punti -182 invece di 180- (se qualche esperto statistico volesse calcolare la probabilità di inesattezza della scala per questi ordini di grandezza, noterebbe che una differenze in tal senso è non statisticamente significativa).
Con filosofia dico: meglio così perché sarò più controllata... questo però mi ha impedito di lavorare anche l'ottavo mese di gestazione come avevamo preventivato.
I diabetologi mi danno il quadernetto ed il misura-glicemia e, dopo un paio di giorni di controllo, scopriamo che il mio diabete, o presunto tale, è completamente sottocontrollo non avendo praticamente mai iperglicemie... è bastato solo variare leggermente la mia dieta e basta!
Per esempio eliminare i cornflackes la mattina in favore di qualcosa dall'indice glicemico più basso o evitare il riso preferendogli la pasta integrale.
Tuttavia nonostante camminate, yoga, eliminazione del sale, attenzione massima a quantità e qualità del cibo ingerito, la bilancia non era dalla mia parte ed il peso saliva inesorabilmente.
Verso la fine della gravidanza ho anche sofferto di crampi alle gambe, soprattutto di notte.
Ho comprato un integratore di magnesio al modico prezzo di tipo 5 euro 20 pasticche (al Lidl), anche se i benefici di un suo utilizzo non sono scientificamente provati, sicuramente non sono dannosi quindi nel dubbio l'ho preso.
Alla fine della gravidanza ho aggiunto giusto quei 25 kiletti di allegria!
Tutto quindi è proceduto nella, tuttosommato, normalità.
Il piccolo alieno era forse un pelino sopra la media in fatto di dimensioni ma sia io che il babbo siano appena sopra il metro e ottanta quindi non ci stupivamo molto.
Ho sempre minacciato la pancia ed il suo contenuto di non azzardarsi ad aumentare il soggiorno oltre lo stretto necessario e, da bravo pupo de mammà, ha subito capito chi comanda!

sabato 19 marzo 2011

"Purezza" di Anne Geddes

Tra i regali ricevuti per il mio compleanno, si trova anche questo bellissimo libro della fotografa Anne Geddes.
Le foto ritraggono sempre il suo soggetto preferito, i bimbi, ma sono diverse dai classici bambini-fiori.
E' un libro dolcissimo che ti lascia con un sorriso ebete sulla bocca durante tutto lo scorrere delle pagine e, a dire la verità, anche per alcuni minuti dopo.
Magari aver la capacità di fare foto così al Bagigione... forse con un po' di post-processing... forse sembrerebbero foto normali ma non certo delicate come queste.



Vi lascio con qualche foto contenute nel libro che ho ritrovato in rete...








giovedì 17 marzo 2011

Tutto cambia

Non pensavo che la maternità mi rammollisse così...
Ora basta un ciao-ciao con la manoccia (novità della scorsa settimana) o un battimani autonomo (novità di ieri) e mi raccolgono col cucchiaino!
Non parliamo poi degli smaniosi gesti con le mani di quando non mi vede da un po' e vuole essere preso in braccio.
Sembro un blob!

mercoledì 16 marzo 2011

Si può fareeeeeeeeeeeeeee

Ma perché comprare una cosa quando, sputando pallini, ce la si può fare da soli???
Perché l'oggetto in questione acquista un valore e una personalizzazione impagabili!
Infatti tra i propositi per il 2011 c'era la costruzione di una bambola Waldorf per il Bagigio.
Sono morbide piccole persone il più verosimili possibile, non hanno espressione per favorire la fantasia del bambino (meglio una bambola neutra che una che o ride sempre o piange a comando) e, solitamente, sono composte di materiali ipo-allergenici e ricercati (lana cardata per l'imbottitura, cotone bio, lana, velluto, lino per i vestitini).
Spesso il bimbo gli attribuisce valenza di oggetto transizionale, ossia (secondo Wikipedia)

Nello sviluppo infantile umano, un oggetto transizionale è un qualcosa, solitamente un oggetto fisico, che prende il posto del legame madre-figlio.

Gli esempi più comuni includono bambole, orsacchiotti o coperte.


Già, quando ne ho parlato in famiglia, si sono sollevati sopracciglia perplesse... "Ma come una bambola per un maschio?"
Ma beata ignoranza anche i maschi giocano con le bambole!
Ogni bimbo ha (secondo le mode del momento) animali, supereroi o guerrieri con cui inscenare ore e ore di battaglie.
Inoltre mi hanno detto (e questo vedrà il tempo di darmi ragione) che i bimbi ripetono ed imitano ciò che vedono fare a noi adulti; un bambino che vede una mamma che accudisce un neonato sarà portato a fare lo stesso, così come spazzare a terra e cucinare.
Ad ogni modo credo che la mia creazione sarà abbastanza mascolina da non attirarmi le ire dei familiari che mi accusano di volerlo traviare già in fasce (che se poi fosse che diventa gay non gli vorremmo bene lo stesso? e poi non credo che "si diventi gay"... lo si è e basta).
Ero indecisa sul negozio virtuale al quale affidarmi.
In realtà è una cosa che si può affrontare anche da soli, basta aver senso della proporzione ed i materiali adatti.
Per la testa, la parte più difficile, ci si può sempre affidare a qualche tutorial on-line.
Altrimenti una fonte sicuramente valida è l'e-book gratuito de "La pappa dolce" che vi spiega per filo e per segno ogni passaggio ed è corredato di cartamodelli.
Io, invece, un po' per pigrizia nella ricerca dei materiali (volevo qualcosa di altissima qualità) ed un po' per avere una persona di ampia esperienza cui appoggiarmi ho scelto di comprare su "Bambole di stoffa".
Ho scelto il kit completo di tutorial passo-passo, materiale e cartamodello del corpo e cartamodello dell'abito in stoffa.
Risulta infatti importante, sempre per il discorso del piccolo uomo in miniatura, che la bambola possa essere svestita e rivestita secondo gusto, stagione o ricorrenza.
Comunque nel suo sito trovate anche altre bambole di stoffa come la tradizionale bambola americana Raggedy Annie, le bambole cuscino o la più usuale Chiaretta.
Una volta aperto il pacco, il contenuto si presenta vario e variopinto!


C'è tutto... maglina color carne, filo per cucire il corpo, filo per gli occhi e per la bocca, spago per fissare saldamente le diverse parti, libro esplicativo, certificato d'amicizia, ...


... lana cardata e capelli già premontati su di una lunghissima matassina (scegliete voi il colore e la lunghezza al momento dell'ordine).


Io, ovviamente, non ho saputo resistere e mi son subito messa all'opera iniziando dalla parte, a detta di tutti, più complicata: la testa.
Inizialmente ho modellato la lana sino a creare una forma il più antropomorfa e veritiera possibile anche se le proporzioni credo che le avrò con precisione solo una volta fissato il capo al corpo e delineato i capelli.
Per esempio non ho idea se il naso l'ho fatto troppo in alto o troppo in basso!


Una volta raggiunto un risultato soddisfacente ho ricoperto tutto con la maglina, come da istruzioni e ho ottenuto 'na capa di cotanta fattezza!


Conto di terminare il tutto prima della laurea del primogenito di mio figlio... scherzi a parte penso che sia un lavoro che si risolverà in una dozzina di ore al massimo.
Ovviamente vi terrò informate sulla genesi di questa mia creatura di lana e maglina!

lunedì 14 marzo 2011

Miiiiiiiiiiiiiiiiiii... non ci posso credere!

Tutto avrei pensato, ma mai, a 3 mesi dalla nascita del blogghino, di ricevere un premio!
Il tutto arriva da una (già) cara amica blogger (tra i miei primissimi followers) la bravissima Ele di Cuore di mamma.

Regole del gioco sono:
  1. accettare il premio (e che ve lo dico a fa') e scriverci un posto (e che ve dico che lo state a legge');
  2. mettere il link di chi ve lo ha mandato (smack che non si sà mai, due volte è meglio di una);
  3. premiare 3-5 blogger che desiderate far conoscere comunicando loro che hanno ricevuto il premio.
Ostimento... e mò chi scelgo...
  1. Tiz di "My Mei Tai"
  2. Potolina di "Il mondo di Potolina"
  3. Margherita di "Apprendista mamma"
  4. Silvia di "Improvvisamente in quattro"
  5. Laura di "Mamma al quadrato"
Ho scelto i blog che seguo quotidianamente e che non hanno un milione di follower nella speranza di fargli tanta pubblicità... anche se penso che sarà più la gente che entra da me tramite loro!



PS. notizie da mammachiocciaorgogliosaperleineziedellaprole
oggi domenica 13 marzo 2011 a 7 mesi e 3 settimane abbiamo finalmente messo il primo dentino... ormai pensavo di aver un figlio con la piorrea!!!

sabato 12 marzo 2011

"Le Beatrici" di Stefano Benni

Nei giorni scorsi la Mammasuperabile ha compiuto gli anni... ben 27!
Come regalo ha ricevuto un libro dalla futura testimone di nozze... si vede che lei mi conosce!


Il regalo è gradito, leggero ma lascia anche spunti di riflessione sulle donne e la vita, come sempre un pensiero gradito se c'è da fare un presente (ed anche con poca spesa visto che costa solo 9 gneuri).
Il libro è composto da otto monologhi per personaggi femminili (la mia amica è nel trip del teatro dilettantesco) molto diversi tra loro e molto coinvolgenti.
Sono comici e dissacranti ma anche crudi e amari.
Mi ha toccato molto Vecchiaccia... sarà perché ne abbiamo una in casa... quelle donne che si fanno odiare sin da giovani e finiscono sole costrette a vedersi morire tutti intorno: genitori, fratelli, marito, figli... obbligate a  vivere, anzi sopravvivere, perché ormai non è più concesso morire... neanche a 98 anni!
Mi son sbellicata a leggere Beatrice e Suor Filomena... robe che non mi ribalto dalla sedia ancora adesso a ripensarci.
Tra un monologo e l'altro ci sono anche sei poesie e due canzoni sempre dell'autore Stefano Benni.
Tra le tante mi ha molto colpito Quello che non voglio (una canzone per Fabrizio De Andrè)... ve ne lascio un pezzettino...

E io non voglio morire libero
Se i begli alberi del mio giardino
Annaffia il sangue del mio vicino
Meglio la pesete che l'ipocrita danza
Di vostra santa beneficenza
Chiudete la cella lasciatemi stare
Di libertà vostra non voglio morire

martedì 8 marzo 2011

10 cose per cui vale la pena di vivere

Come molte altre blogger anch'io intaso l'etere con le mie 10 cose per cui vale la pena vivere!
  1. L'odore di pulito della biancheria stesa ad asciugare al sole
  2. Il rumore della pioggia quando si è belli al caldo sotto le coperte
  3. Stiracchiarsi nel letto le mattine in cui non si hanno impegni
  4. La casa piena di parenti... appena prima che scoppino le furibonde liti stile parenti-serpenti
  5. Stare in piedi sotto la doccia col getto d'acqua BOLLENTE a tutta manetta che cade giusto giusto sulla 5° vertebra cervicale
  6. Le visite inaspettate di chi non si vede da tempo
  7. Il sorriso e le cortesie fatte a e ricevute dagli sconosciuti
  8. I bei ricordi che ti assalgono improvvisamente ed immotivatamente e che non ti scrolli di dosso per un po'
  9. Gli gnocchi dolci di patate (ripieni di marmellata di prugne e saltati nella padella con burro fuso, pan grattato e cannella) ma anche, sempre in tema culinario sloveno, le patate in tecia (quelle praticamente spappolate), la pantagruelica Lubjanska di Gianni, il vino Carso Terrano che macchia i denti e le paste creme carsoline da 1/ kilo... insomma robba bona
  10. la mia famiglia stretta-stretta ovvero noi tre (la Mammasuperabile, il Marito(zzo) e il Bagigio) quando serriamo nell'abbraccio a sandwich il primogenito


domenica 6 marzo 2011

... il topo... (libro pop-up)

Continua la costruzione del biblico, per le tempistiche e non per i contenuti, primo libro pop-up del Bagigio.

Oggi passiamo alla strofa
… il topo …
Piegate il foglio che costituirà le due facciate del libro dove volete disegnare il topo.
Tenendo presente le proporzioni desiderate per la bestia in oggetto, disegnate una sagoma simile a quella che trovate nell’immagine sottostante.




Ritagliate il contorno (linea superiore esclusa) e quella sorta di mezza U.
Ripiegare verso l’alto, lungo la linea precedentemente tracciate, il pezzo ritagliato.




Ripiegare verso il basso, partendo dalla fine della U, la parte finale del muso.




Aprire il foglio e spingere internamente le parti fino a farle sporgere.




Con un dito spingere nella U fino a farla alzare.




Ripiegare il foglio premendo energicamente così da “imprimere” le pieghe effettuate.



 


Io ho preferito “tappargli la bocca” con un pezzo di carta rossa lucida (scommetto che a Natale vi son arrivati libri dal quel negozio e voi avete tenuto la busta del pacchetto!) e colorare anche la parte sollevata del disegno.




Disegnare il soggetto, colorarlo.





Ed ecco l’opera completa… semplice semplice lo sfondo per far risaltare il topastro.
Per le vibrisse (si chiamano così anche quelle del topo?) ho utilizzato quattro setole di scopa nera e le ho attaccate con della colla vinilica (non ancora asciutta infatti si vede che non è trasparente ma non ho potuto aspettare per pubblicare il post… lo so la pazienza è la virtù dei forti… infatti io sono debbbbbbole).




Mentre componevo la somma opera mi son venute in mente un paio di applicazioni per questa tecnica: leone (forse in effetti sembra più un leone che un topo, dovevo fargli il muso meno largo e più lungo!), tigre, gatto, ippopotamo, lupo (facendogli i denti seghettati), Pippo, vecchio o bambino "sdenteato", zucca di Halloween, ...
Insomma con un po' d'immaginazione se ne trovano di soggetti atti all'utilizzo di questa tecnica.
Risulta simpatica anche l'idea di confezionare un'invito così decorato... magari per un battesimo... magari NON per il nostro che non c'ho tempo!

See you soon con il resto del progetto!

Questo progetto partecipata a

sabato 5 marzo 2011

Il discorso del Re.

Ieri sera la Mammasuperabile è fuggita con l'amica di sempre (e futura santola del Bagigio) in uno di quei mastodontici multisala a vedere l'acclamato "Discorso del Re".
Colin Firth fa sempre la sua porca figura come uomo (anche se ormai non è più prestante come ai tempi di "Orgoglio e Pregiudizio") e come attore, infatti l'oscar per miglior attore protagonista se l'è beccato lui! (saprete tutti che le statuette aggiudicate al film sono in totale quattro, miglior film, miglio regia e miglior sceneggiatura originale).
Suo anche il Golden Globe, il Bafta, lo Screen Actor Guild Award, il New York Film Critics Circle Award, il Los Angeles Film Critics Association, il London Film Critics Circle Award, il Chicago Film Critics Circle Award, il Brodcast Film Critic Association Award, l'Austin Film Critics Association solo per questo film... insommma 'na vagonata de robba!
Si accettano donazioni per comprare un mobiletto porta-premi al bel Darcy, offerta che gli recapiteremo comodamente qui in patria (è sposato con una produttrice italiana, parla correntemente la nostra lingua e si trova spesso a passare da qui).
Geoffrey Rush (che meritava il premio per miglior attore non portagonista... ma lui un'Academy Award per attore protagonista c'è l'ha già per Shine e di nomination ne aveva già collezionate altre due) dà un'interpretazione stupenda di Lionel Logue, logopedista dai metodi non convenzionali per l'epoca.
Menzione d'onore per Helena Bonham Carter che, per una volta smessi i panni cadaverici che la contraddistinguono solitamente (vedi i film di suo marito Tim Butron o la saga di Harry Potter), si cala nella parte della spassosissima Elisabetta, futura regina madre.
Il film si ambienta tra il 1925 e l'inizio della seconda guerra mondiale sancita dal famoso discorso di Enrico VI.
Viene analizzato il percorso di guarigione dalla balbuzie del principe Alberto, duca di York, patologia scaturita dagli abusi subiti in giovane età (anche i principi soffrono quindi) da tate, dalle derisioni del fratello David, principe di Galles e il futuro abdicante Re Edoardo VIII, e dalla durezza del padre che ne vuole fare un uomo solido e autoritario.
Inosmma bravissimi gli attori, interessante il soggetto ma io non è che c'ho visto questo gran filmone!
Interessante, piuttosto, la visione di Logue, impensabile per i tempi, che la balbuzie non avesse solo cause fisiologiche ma che originasse dal malessere psicologico subito in gioventù.
Spesso infatti il balbettio, che difficilmente si presenta all'atto delle prime parole, è sintomo di un disagio e dev'essere interpretato come campanello d'allarme da noi genitori.

mercoledì 2 marzo 2011

Crazy for knitting

Negli ultimi mesi, con la lentezza che mi contraddistingue, ho fatto qualche lavoretto a maglia per il mio pupetto!
Son lavori abbastanza semplici... ma di grande effetto se si vuol fare un pensiero ad un bimbo.
Iniziamo con un paio di ciabattine facili facili... l'idea l'ho presa da "Pane, amore e creatività" che rimandava al blog "Spilli di idee".
Per renderle un po' più mascoline ho fatto una sola stringa di chiusura e ho leggermente diminuito la scollatura sul collo del piede.


 Sotto supervisione della BisNonnaSi ho poi confezionato questo bel maglioncino bianco e latte-menta, corredato da dei fantastici bottoncini trovati dalla merceria di fiducia!
Qui il lavoro è stato decisamente massacrante perché questo tipo di punto non andava su velocemente!
(PS. se vuoi votare i nostri bottoni-macchinina nel giveaway di "la Bottega delle Spille" ci fai cosa gradita)



Infine un'altro morbido maglioncino di lana, di una difficoltà da me facilmente raggiungibile.


Qualcuno potrebbe dire:
"E ma che manine d'oro, ma come sei brava..."
Io rispondo:
"Lavoravo a questi 2 maglioni da ottobre e, siccome mi conosco, ho utilizzato misure per taglia 1 anno (il Bagigio ora veste già 9 mesi - 1 anno perché è un Ciccio Bombardone)!"

martedì 1 marzo 2011

"La Cattedrale del mare" di Ildefonso Falcones

Questo libro mi ha lasciato perplessa...
certo è scritto bene, la forma è molto piacevole, sicuramente anche merito della traduzione di Roberta Bovaia.
I temi trattati invece risultano forse un po' troppo pesanti... più di una volta, nel leggerlo, mi è capitato di esclamare: "E che cakio... ma che sfiga".
I protagonisti del romanzo subiscono di ogni, praticamente qualsiasi sopruso un uomo del XIV secolo possa subire...
Servitù della gleba, guerra, carestia, umiliazione, ius prime noctis, adultere murate vive in stanze di 3x3 prigioniere a pane e acqua fino alla morte, si quis virginem (l'uomo può sposare la donna su cui aveva usato violenza nel sequestro), esecuzioni di facinorosi, prostituzione, decapitazione di banchiere insolventi, torture, persecuzione di ebrei, processi dell'inquisizione, ...
Insomma 'na vera tragedia!
Il lavoro di ricerca e contestualizzazione storica è lodevole, i riferimenti ad eventi e luoghi facilmente verificabili nella cronaca dell'epoca.
Certamente il modo di pensare della Barcellona del XIV secolo è lontano dagli usi e dai costumi odierni... leggere le vicende di questi personaggi mi ha fatto salire una sorta di malessere, pietà per quelle povere persone... ho riflettuto su come, anche al giorno d'oggi, si possa sopportare tanta sofferenza senza poter recriminare nulla né protestare, pena la vita.
Come altri romanzi spagnoli (L'ombra del vento di Zafon, per esempio), molto approfondita è l'analisi dei luoghi.
Se avete in agenda un viaggio a Barcellona, leggere questo romanzo vi darà spunti interessanti sui luoghi da visitare.
Ovviamente, particolareggiata è la descrizione della costruzione della "Basilica de Santa Maria del Mar", esempio per eccellenza del gotico catalano.
Sostanzialmente, la Cattedrale diventa, muta osservatrice di fatica, disgrazia e fortuna del protagonista, un personaggio a sé stante che, durante la sua costruzione, accompagna tutto il periodo di narrazione delle vicende.
In un mio precedente viaggio a Barcellona, ho alloggiato nel quartiere detto Ribera, nei pressi della Basilica, vicinissima alla fermata della metropolitana Jaume I.
Visitandola sono rimasta molto impressionata dallo stile e dalla semplicità dell'edificio che si adorna solamente della fede dei suoi devoti; la costruzione è stata infatti finanziata dai catalani, principalmente mercanti e uomini di fatica, diventando una chiesa del popolo per il popolo.
Austerità, pulizia nelle forme e nelle linee, caratterizzano questo edificio che mi ha lasciato il sapore di quel fervente cattolicesimo spagnolo che non necessita di fronzoli, fatta eccezione i meravigliosi giochi di luce creati dai rosoni, dalle finestre e dagli oculi aperti nelle pareti dell'edificio.
Colgo l'occasione per segnalarvi dove ho alloggiato, Apartamentos Allada, prezzo modico e servizio minimo... tanto stai tutto il giorno in giro per vedere la città!
La struttura è composta da camere doppie con angolo cottura (frigo, fornello, lavastoviglie) e bagno personale.
Vengono fornite le chiavi del portone d'accesso (che dà su una suggestiva piazzetta pedonale) rendendoti quindi indipendente dalla presenza del personale.
La fermata della metropolitana (la già citata Jaume I) è a 5 minuti a piedi e sulla strada da percorrere si trovano molti locali per aperitivo; nella piazza dove sbuca la metro c'è uno Starbucks e un paio di piccoli supermercati (uno che vende solamente biologico, se ricordo bene).
Se dovessi tornare a Barcellona anche ora che tengo famigghia penso risceglierei questo alloggio.
Nel complesso un libro piacevole, forse più adatto a maturi lettori impegnati che a giovani amiche frou-frou.