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mercoledì 23 marzo 2011

SCO, a chi lo do?




In questi giorni è arrivato il CUD per la compilazione della dichiarazione dei redditi e come ogni anno si va alla ricerca della onlus cui donare il 5x1000.
Quest'anno, anche alla luce della mia esperienza personale, ho deciso di donarlo all'ADISCO (associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale).
La mia scelta nasce dal post di Apprendista mamma di qualche giorno fa, facendo un giro sul sito dell'ADISCO ho trovato il numero di codice fiscale da inserire nella dichiarazione dei redditi che è

96309810586


Ma parliamone...
In rete si trovano molti post sull'argomento che danno notizie vaghe e senza un doveroso riferimento alla fonte delle affermazioni fatte.
Questa mia vuole dare un quadro preciso sullo stato dell'arte della donazione di sangue cordonale... praticamente vi mostro quello che ho letto e trovato al riguardo quando abbiamo dovuto fare la nostra scelta.

Il sangue cordonale è una preziosa fonte alternativa di cellule staminali ematopoietiche. Tra i suoi vantaggi vi è: poche diatribe etiche sul suo utilizzo, la facilità di prelievo, l'assenza di rischi per il donatore, il basso rischio di trasmettere infezioni, la disponibilità immediata, una maggior tolleranza agli antigeni leucocitari e una minor incidenza di malattie conseguenti alla donazione nel ricevente. ("Umbilical cord blood stem cells: what to expect" di Zhong XY et al, pubblicato su Annals of the New York Academy of Science nel settembre 2010)
Per donare il sangue del cordone ombelicale basta essere in buona salute.
Vi verrà sottoposto un questionario anamnestico dove vi chiederanno notizie su malattie dei genitori e dei parenti più prossimi per vedere se ci sono patologie che sconsiglino il prelievo.
Inoltre al momento della donazione non si devono verificare cinque condizioni: età gestazionale inferiore a 34 settimane, rottura delle membrane superiore a 12 ore (il cosiddetto parto asciutto), febbre della madre superiore a 38°, malformazione congenita del feto o sofferenza fetale.
Insomma la maggior parte delle partorienti può donare il sangue cordonale!
Se, al momento del colloquio con il personale preposto, vi dimostrerete favorevoli alla donazione, vi prescriveranno un ulteriore analisi del sangue per scongiurare rischi al malato che riceverà le cellule ematopoietiche del vostro cordone; questo prelievo sarà da ripetersi a 6-12 mesi dal parto, su invito dell'associazione.
In pratica la donazione consiste, una volta tagliato il cordone e allontanato il bimbo, ad attendere che tutto il sangue rimasto nel moncone ancora attaccato alla placenta sia raccolto in una sacca... questione di pochi minuti!
La donazione è possibile sia in caso di parto vaginale che di parto cesareo programmato o d'urgenza (come nel nostro caso).
Sicuramente qualcuno obbietterà che se la natura ci ha "donato" questo sangue è perché il bambino ne ha bisogno.
La mia personale risposta si articola in due punti:
Per prima cosa, evidenzio come sia difficilmente che in sala parto si attenda, anche su espressa richiesta della madre, che il cordone "smetta di battere" e che quindi il sangue cordonale si riversi nel sistema sanguigno del piccolo... solitamente la placenta, il cordone e il sangue ivi contenuto finiscono nel bidone dei rifiuti speciali!
In secondo luogo, anche il sangue ed il midollo osseo ci sono stati "dati" dalla natura ma con un piccolo sacrificio ci possiamo privare di ciò dando la possibilità ad altri di sopravvivere... mettiamoci fantasiosamente, sperando di non ritrovarvici mai davvero, nei panni dei genitori di bimbi malati che gioverebbero della donazione... inoltre, essendo malattie ahimè comuni, molti di noi conoscono persone che hanno dovuto ricorrere alle cure ematologiche, facendo anche difficoltà a trovare donatori completamente compatibili...
Oltre, alla sicuramente valida motivazione etica, guardiamo qualche numero e qualche norma di legge...
- In Italia è già previsto, per le famiglie con conclamati problemi di salute che trarrebbero giovamento anche in un futuro lontano dell'uso di questo sangue, una conservazione per uso personale.
- In vent'anni, nostro figlio ha 1 probabilità su 30.000 di sviluppare una patologia che risulti curabile dall'utilizzo di cellule staminali ematopoietiche.
- Essendo i criteri di compatibilità donatore-ricevente molto complessi, la probabilità di ritrovare, se in futuro ce ne sarà la necessità, il nostro sangue cordonale è del 97%.
- Allo stato odierno di conoscenze scientifiche non si può affermare che le cellule staminali siano utilizzabili a scopo rigenerativo, l'unico utilizzo valido è il trapianto in patologie di natura ematologica. ("Stem cells derived from cord blood in transplantation and regenerative medicine" di Reimann et al, pubblicato su Deutsches Artzeblatt International nel dicembre 2009)
- Alcuni tipi di malattie ematologiche sconsigliano l'utilizzo dell'auto-donazione ovvero, in caso di necessità di trapianto, utilizzare cellule provenienti da un'altra persona dà meno possibilità di recidive (se volete saperne di più cercate l'effetto graft versus host desease).
- Nell'ambito familiare, solo 1 fratello su 4 è compatibile, quindi, vista la non numerosità delle famiglie moderne, le possibilità di utilizzo sono scarse. ("Umbilical cord blood banking: pubblic good or private benefit?" di Samuel at al, pubblicato su The Medical journal of Australia nel maggio 2008) Ad ogni modo un fratello compatibile può sempre donare il midollo osseo o le cellule staminali del sangue periferico.
- Il sangue cordonale suscita una risposta immunologica minore in caso d'incompatibilità, quindi, recentemente, si è utilizzato sangue proveniente da più donatori per salvare una vita. Questo permette anche di salvare persone adulte che necessitavano di quantità maggiori rispetto la singola sacca. ("Challanges in umbilical cord blood stem cell banking for stem cell reviews and reports" di Ballen, pubblicato su Stem Cell Reviews nel marzo 2010)
- Al momento non ci sono notizie sullo stato di conservazione del sangue cordonale a più di 15-20 anni dal prelievo.
- Nel mondo, ci sono state circa 400.000 donazioni inserite in banche pubbliche, queste hanno generato 14.000 trapianti quindi 14.000 potenziali vite salvate. Nel mondo, ci sono state circa 900.000 prelievi inseriti in banche per uso privato, questi hanno generato meno di 100 trapianti quindi meno di 100 potenziali vite salvate. ("Challanges in umbilical cord blood stem cell banking for stem cell reviews and reports" di Ballen, pubblicato su Stem Cell Reviews nel marzo 2010)
- Difficilmente, a fronte di un dispendio economico molto importante da parte della famiglia, le banche private applicano gli standard internazionali di qualità richiesti (NETCORD, FACT, JACIE)... in Italia non è permesso il trapianto con materiale proveniente da queste strutture.


Sul sito si rimandava anche ad un'associazione di bambini malati, l'AGMEN (associazione genitori malati emopatici neoplastici Friuli-Venezia Giulia) che ha realizzato un bel video sulla donazione di sangue e midollo con la partecipazione di Bruno Pizzul che riporto di seguito.




Fonti:

8 commenti:

  1. fooooooorse un po' prolisso ma le cose da dire sono molte!

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  2. Io volevo donarlo ma sono risultata positiva allo streptococco quindi non ho potuto...che poi alla fine mi hanno fatto il cesareo e anche con quello mi sembra non prelevano il sangue dal cordone ombelicale...sarà per la prossima volta

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  3. l'importante è sensibilizzare... se poi ci sono motivi d'esclusione non è che ci si può fare molto!

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  4. Alternativa: puoi fare il prelievo e inserirlo in una banca privata, con la possibilitá di cederlo se viene fatta richiesta (se é compatibile con qualcuno che ne ha bisogno) e essere rimborsati. Io ho fatto cosí.
    Isa

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  5. certo, se si trova una banca accreditata è un'opzione valida... non oso immaginare le spese, però!

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  6. Lo dico e ho continuato a dirlo. Ma niente, è una battaglia senza fine, anche perche questo pseudo aziende (di questo si tratta) puntano sui timori e l'egoismo, e poi ansche sui blog le mamme dovrebbero diveentare un attimo più critiche ma questa è un'altra storia!

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  7. L'importante, come in tutte le scelte mediche, è INFORMARSI... Rapporto costo (in termini di salute) -beneficio, probabilità di usufruirne, costo monetario, normative,...
    Più ne conosci più adatta a te sarà la tua scelta!

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