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sabato 29 gennaio 2011

"Predatore" di Gary Jennings

Ultima lettura ultimata è "Predatore" di Gary Jennings.
Il libro è un po' fantasioso ed è ambientato durante il disfacimento dell'impreo romano d'occidente principalmente mentre regnava Teodorico.
Il protagonista è un mannamavi ovvero un'essere né uomo né donna... anzi lo è entrambi essendo provvisto di un organo maschile e di un organo femminile!
Non tutta la storia ruota però (fortunatamente) sui suoi incontri sessuali più o meno consenzienti.
Il bello di questo libro sono i paesaggi: durante la sua vita Thorn compie diversi viaggi che lo portano in luoghi molto distanti, almeno per i canoni dell'epoca, visitando sostanzialmente tutta l'europa centro-orientale.
Personalmente amo il filone dei romanzi "storici" anche se in questo sicuramente non manca l'inventiva dell'autore... si vede la ricerca geografica e storiografa compiuta dietro la stesura del libro!
Nel complesso non posso dire di essere impazzita per quest'opera ma è risultata tutto sommato scorrevole avendola esaurita (826 pagine) in poco meno di un mese.
E voi l'avete letto?
Vi è piaciuto?

1 commento:

  1. Azzardo un parere veloce sul romanzo. Innanzitutto devo dire che, visto che di Jennings si parlava come un semi-dio in alcuni forum sul romanzo storico, sono rimasto abbastanza deluso da "Predatore". Lo stile dell'autore è piatto e monotono, assolutamente non trascinante e non godibile e i personaggi che crea non hanno nessuna profondità: Teodorico è lo stereotipo del sovrano bello affascinante e magnetico e alla fine quindi prevedibile; il protagonista, Thorn, vorrebbe essere, in quanto polisessuato, molto più complesso e psicanalizzabile ma poi spiega in prima persona le sue azioni in modo elementare. E' vero che i viaggi di thorn permettono a Jennings di rievocare un'epoca che molti conoscono solo superficialmente, ma i motivi che portano Thorn a Costantinopoli, piuttosto che a Vienna o in Nord-Europa, sembrano solo una scusa perchè l'autore possa sfoggiare la sua erudizione e padronanza della materia. E ora la mia considerazione più grave.. Quando leggo "il nome della rosa" di Eco o " I pilastri della Terra" di Follett, l'autore riesce sempre a farmi capire quali personaggi sono inventati e quali reali, quali avvenimenti sono romanzati e quali vengono riferiti secondo le fonti storiche. In questo romanzo non si sa mai dove finisca la fiction e dove inizi la realtà storica, ci si ritrova sempre a domandarselo e ad andare a consultare il web per poi scoprire spesso che i fatti sono stati sostanzialmente alterati [come nel caso della morte di Strabone].
    Io personalmente vi consiglio di risparmiarvele queste 800 pagine...

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